giovedì 4 dicembre 2014

Aria in catene

Accade che il lavoro propriamente umano ha inquinato e impoverito la risorsa naturale del lavoro biologico di respirazione necessario alla sua vita extrauterina.

La prima risorsa naturale necessaria alla vita extrauterina è l'aria. Per il suo uso l'unico lavoro necessario è quello biologico, dei polmoni e del sistema respiratorio nel suo insieme, anche se non sempre è così: ci sono situazioni in cui per respirare occorre lavoro umano complesso, cioè il lavoro propriamente detto, quello che inventa e  produce strumenti capaci di far respirare un uomo immerso a lungo in acqua, nelle profondità di una miniera o nelle prossimità di una navicella spaziale in orbita intorno alla terra.

La vita extrauterina va dal primo all’ultimo respiro. Per vivere occorre il lavoro biologico del sistema respiratorio che ha come sua risorsa naturale necessaria l’aria. Per acqua, cibo e protezione dalle aggressioni ambientali occorre dall’inizio della vita umana e per molti anni la presenza di altri umani la cui esistenza dipende da lavoro compiuto da una certa età in poi da loro stessi e/o da altri.

Ogni nuova esistenza dipende dal lavoro compiuto nell’ambiente dall’insieme degli organismi viventi e da quello di organismi individuali giunti alla maturità procreativa. Cioè, a proposito dell’aria: è la prima risorsa di tutti i bambini nascenti come lo è stata per la madre gestante, la quale è arrivata alla gestazione come esito di una complessa concatenazione di lavoro biologico e lavoro propriamente umano, che ha a sua volta come condizione necessaria il lavoro biologico di tutti gli esseri viventi, sia per genesi sia per necessità attuale. 

lavoro biologico di tutti gli esseri viventi ---> lavoro biologico umano ---> lavoro sociale umano ---> lavoro biologico umano ---> lavoro sociale umano

Anche le piante compiono lavoro biologico per vivere, e gli animali tanto più, con il movimento rapido, gli spostamenti nell'ambiente e la complessità delle loro strutture corporee. Senza questo lavoro biologico delle piante e degli animali noi umani non esisteremmo, sia nel senso genetico che la vita in sé comporta lavoro delle strutture biologiche a partire da quelle intracellulari - per cui senza questo lavoro originario biologico non ci sarebbe stata vita sulla terra ancor prima della sua evoluzione - sia nel senso attuale, ad evoluzione compiuta fino al presente, poiché necessariamente vita mangia vita per mantenersi, e senza vegetali e animali la nostra vita come specie sarebbe anche al presente impossibile.

Tranne che per il respirare, tutte le altre funzioni vitali umane, il bere, il mangiare, il muoversi, l’accoppiarsi, implicano lavoro naturale svolto in modalità socialmente condivise: pur nella loro naturalità sono espressioni di una intelligenza divergente, unica tra gli animali anche i più evoluti. L’essere umano beve, mangia, si muove, si accoppia, da essere umano, almeno per tutte le azioni finalizzate all’acqua e al cibo nella bocca, allo spostamento nello spazio, al pene nella vagina.

Altre funzioni naturali, come il ripararsi dalle intemperie, l'esplorazione dell'ambiente, la caccia, l'invasione di nuovi territori, perdono sempre più la propria dimensione di naturalità e diventano manifestazioni della unicità intellettiva umana e della sua capacità trasformativa con il lavoro propriamente detto, il lavoro umano, il proprio individuale e/o quello di altri.

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