domenica 16 novembre 2014

Sangue dell'infanzia

“Ci vogliono secoli perché il «libero» lavoratore si adatti volontariamente, in conseguenza dello sviluppo del modo capitalistico di produzione, cioè sia socialmente costretto a vendere per il prezzo dei suoi mezzi di sussistenza abituali l’intero suo periodo attivo di vita, anzi, la sua capacità stessa di lavoro, sia costretto a vendere la sua primogenitura per un piatto di lenticchie. È quindi cosa naturale che il prolungamento della giornata lavorativa, che il capitale cerca di imporre per coercizione statale agli operai adulti, dalla metà del sec. XIV fino alla fine del sec. XVII, coincida all’incirca col limite del tempo di lavoro che nella seconda metà del sec. XIX viene tracciato qua e là, da parte dello Stato, alla trasformazione di sangue dell’infanzia in capitale. Quel che oggi, per esempio nello Stato del Massachussetts, che finora è lo Stato più libero della repubblica americana del nord, viene proclamato come limite statutario al lavoro dei fanciulli al di sotto dei dodici anni, era in Inghilterra, ancora alla metà del sec. XVII, la giornata lavorativa normale di artigiani nel pieno delle forze, di robusti servi agricoli e di giganteschi fabbri ferrai.”

(Marx, Il capitale)

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