domenica 16 novembre 2014

Come sull'infuriante mare

"Come sull'infuriante mare che, per tutti i lati infinito, ululando montagne d'acqua innalza e precipita, siede in barca il navigante e sé affida al debole naviglio; così siede tranquillo, in mezzo a un mondo pieno di tormenti, il singolo uomo, poggiandosi fiducioso sulla sua individualità separata.

Lo sconfinato mondo, pieno di mali ovunque, nell'infinito passato, nell'infinito futuro, è a lui straniero, anzi è a lui come una fiaba: la sua infinitesima persona, il suo presente privo d'estensione, il suo momentaneo benessere hanno soli realtà ai suoi occhi, e per conservarli fa di tutto, fin quando una miglior conoscenza non gl'illumini la vista. 

Fino allora vive appena nella più intima profondità della sua coscienza l'oscurissimo sentore che quel mondo non gli sia poi veramente tanto straniero, bensì abbia con lui una relazione, dalla quale la sua individualità separata non può proteggerlo. 


Per la conoscenza che vede più lontano dell'individualità separata, una vita temporale felice donata dal caso, o a lui strappata con saggezza, fra dolori innumerevoli altrui è nient'altro che il sogno d'un mendico, in cui questi si veda re, ma per apprendere al risveglio che solo una fuggitiva illusione l'aveva separato dai dolori della sua vita."


(Schopenhauer, Il mondo)

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