martedì 28 ottobre 2014

Madruttane e puttamadri

"Nella propaganda politica che verte sull'effetto psicologico di massa non si ha a che fare direttamente con i processi economici, ma non le strutture caratteriali umane. Non possiamo accontentarci di mettere in evidenza le basi oggettive della famiglia, se vogliamo procedere correttamente dal punto di vista psicologico, ma dobbiamo appoggiarci sul desiderio di raggiungere la felicità nella vita e nell'amore."

Non ci interessa qui la storia della famiglia, scrive Reich apprezzando il lavoro di Morgan e Engels,  ma "il problema attuale", cioè "come combattere efficacemente la politica sessuale e culturale reazionaria il cui centro è la famiglia", che va considerata come "una cellula reazionaria, come il luogo più importante per la riproduzione dell'uomo reazionario e conservatore".

"Per la conservazione dell'istituzione famigliare autoritaria non è soltanto indispensabile la dipendenza economica della moglie e dei figli dal marito e dal padre. Questa dipendenza è sopportabile per gli oppressi solo a condizione che venga annientata il più possibile la coscienza, sia nella moglie che nei figli, di essere esseri sessuali. La moglie non può apparire come essere sessuale ma soltanto come essere che mette al mondo i figli. L'idealizzazione della maternità, la sua glorificazione che è in così violento contrasto con la brutalità con cui le madri del popolo lavoratore vengono in realtà trattate, servono sostanzialmente come mezzo per non far nascere nelle donne la coscienza sessuale, per non far scomparire la paura e il senso di colpa sessuali. L'affermazione e il riconoscimento della donna come essere sessuale - il diritto della donna al proprio corpo -  significherebbe il crollo di tutta l'ideologia autoritaria."

"Un altro sostegno della famiglia autoritaria è l'ideologia della <benedizione di una numerosa prole>, con l'intenzione di mettere nell'ombra la funzione sessuale della donna rispetto alla funzione riproduttiva. La contrapposizione tra <madre> e <puttana> corrisponde all'antagonismo esistente tra piacere e procreazione nel senso dell'uomo reazionario. L'atto sessuale per il piacere, secondo questa concezione, disonora la donna e la madre ed è <puttana> colei che afferma il piacere sessuale e vive di conseguenza. La vita sessuale è morale soltanto se è al servizio della procreazione. Questa concezione non è meno reazionaria quando viene sostenuta da comunisti."


(W. Reich, Psicologia di massa del fascismo, 1933)

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