sabato 13 settembre 2014

La ragione non basta a nessuno

"Gli stoici compresero che la privazione, il soffrire, non nascono direttamente e necessariamente dal non avere, bensì dal voler avere e non avere; che quindi questo voler avere è la condizione necessaria per la quale il non avere diventa privazione e genera il dolore.

Capirono inoltre dall'esperienza che solo l'idea d'aver diritto ad una cosa genera ed alimenta il desiderio; perciò né i molti mali a tutti comuni ed inevitabili, né gli irraggiungibili beni ci agitano e tormentano, bensì solo l'insignificante misura maggiore o minore di ciò che l'uomo può raggiungere o evitare. 


Capirono anzi che perfino quanto non è irraggiungibile in modo assoluto, ma soltanto relativo, ci lascia del tutto tranquilli; perciò i mali che stabilmente si sono associati alla nostra individualità, o i beni che per necessità a lei devono rimanere negati, si considerano con indifferenza; ed in grazia di questa proprietà dell'uomo, ogni desiderio presto muore né può più generare dolore non appena la speranza cessa d'alimentarlo.


Da questo risultò che tutta la felicità consiste solo nella proporzione delle nostre aspirazioni con ciò che ci viene accordato.


Egualmente risultò che ogni dolore nasce dalla sproporzione di ciò che pretendiamo ed aspettiamo con ciò che ci è dato; la quale sproporzione tuttavia sta evidentemente solo nella conoscenza, e potrebbe esser tolta di mezzo appieno mediante una miglior valutazione."


(Schopenhauer, Il mondo)
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Non riguarda certamente tutti, l'analisi degli stoici. Però, molti sì. Ai quali converrebbe "una miglior valutazione": la ragione usata per la felicità.
Ma senza un minimo di agio psichico la miglior valutazione non si fa. E senza un minimo di condizioni decorose di vita materiale l'agio psichico è cosa da santi.
Quelli che hanno agio materiale e disagio psichico, poi, sono spesso irraggiungibili da "una miglior valutazione". Solo quelli che già stanno sufficientemente bene con se stessi e il mondo possono essere raggiunti dalla proposta stoica.
La ragione, da sola, non traghetta nessuno dall'infelicità alla felicità.

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