giovedì 31 ottobre 2013

Vita mea


"Mors tua vita mea (lat. «la tua morte è la mia vita»). – Sentenza applicata a varî casi particolari per significare che il danno di una persona è spesso un vantaggio per un’altra, o enunciata in senso più ampio, con allusione alle dure leggi della vita e alla lotta per l’esistenza."
(Treccani.it)

"La locuzione latina Mors tua vita mea, di origine medioevale, significa morte tua, vita mia (o: la tua morte (è) la mia vita). Al di là del tono drammatico del senso letterale, tale espressione si usa quando all'interno di una competizione o nel tentativo di raggiungere un traguardo ci può essere un solo vincitore: il detto indica cioè che il fallimento di uno costituisca requisito indispensabile per il successo di un altro.Viene comunemente usata per descrivere efficacemente un comportamento connotato da caratteri opportunistici."
(Wikipedia)

Tra gli esseri umani dovrebbe valere il Vita tua vita mea.
E' possibile. E' possibile certamente molto più di quanto è.
Quanto è lo sappiamo più o meno tutti: come scriveva Schopenhauer, l'egoismo domina il mondo, ed è un egoismo che danneggia con indifferenza gli altri, o, nei casi migliori, si fa i fatti propri senza danneggiare gli altri per quanto è possibile al farsi i fatti propri - se posso, non ti faccio del male: condizione certamente auspicabile rispetto al perverso piacere della sofferenza altrui.

Poi, lui diceva che è possibile altro, diverso dall'egoismo, ed è possibile in quanto sta già nella realtà attuale e storica, cioè è cosa degli uomini da sempre e in ogni luogo, è un fatto: la partecipazione immediata, istintiva, alle vicissitudini dell'altro essere umano, in particolare quando l'altro sta soffrendo. E questa possibilità di "compassione" - non so il termine tedesco che usava - è strettamente connessa allo sguardo e al comportamento che un essere umano ha verso i "fratelli animali" - se sei indifferente alla sofferenza degli animali, sei anche indifferente a quella di altri esseri umani - sei, infine, incapace di amore, poiché egli sosteneva che qualsiasi forma di amore ha come radice proprio la "compassione" - scriveva che ogni amore è anche "compassione", partecipazione immediata, non ragionata, a ciò che accade all'altro, oppure non è amore.

Ora, avviene che tutti gli umani onnivori, che uccidono e mangiano sia piante che animali, per questo aspetto rientrano, oggettivamente, nel Mors tua vita mea - possono essere le anime belle più belle del mondo, ma se uccidono animali e piante, e non c'è bisogno che lo facciano direttamente, hanno alla vita il cinturone con un'arma letale che si chiama Mors tua vita mea, e la usano quasi sempre prima di sedersi a tavola.

E' la condizione di base degli umani, l'alimentazione onnivora, e in questo sta probabilmente la realtà vissuta che sostiene il mito del peccato originale, un mito creato da adulti che questa realtà, del Mors tua vita mea alimentare, avevano avuto modo di vivere quotidianamente.

Dal punto di vista alimentare, è possibile all'essere umano il Vita tua vita mea?
Se consideriamo vita quella delle piante - lo è certamente dal punto di vista biologico - allora si deve concludere che no, all'essere umano non è possibile vivere senza che interrompa altra vita e se ne alimenti. Non è possibile a nessun animale - e siamo animali, biologicamente.




1 commento:

  1. Sono molto daccordo con quello che hai scritto, siamo biologicamente animali anche noi e facciamo parte di questa natura così come è, forse secondo me sarebbe molto più leale non portare maschere da angeli con forchetta e coltello nascosti nelle tasche, perchè così sempre secondo me rinneghiamo noi stessi. Avrei molto di più da dire in merito, ma ...........

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