martedì 27 agosto 2013

Vedrai, vedrai


"Esistono tre impulsi fondamentali delle azioni umane, e solo sollecitando questi impulsi si ha l'influsso di tutti gli altri motivi possibili."

I motivi che ci spingono ad agire, scrive Schpenhauer, sono praticamente infiniti, ma ognuno di questi motivi particolari è riconducibile a un impulso fondamentale, che fa parte dell'essere dell'uomo. Gli impulsi fondamentali sono tre.

"Essi sono:
a) l'egoismo, che vuole il bene proprio (ed è sconfinato);
b) la cattiveria, che vuole il male altrui (e arriva fino all'estrema crudeltà);
c) la compassione, che vuole il bene altrui (e arriva fino alla nobiltà d'animo e alla magnanimità).
Ogni azione umana risale a uno di questi impulsi, anche se due di essi possono agire insieme."


Non dice quali due sono possibili insieme, ma non è difficile: l'egoismo può unirsi alla cattiveria oppure alla compassione. Della cattiveria, l'egoismo è la necessaria premessa: quindi - non so se Schopenhauer sarebbe d'accordo - non c'è cattiveria senza egoismo.
La compassione può essere unita all'egoismo, in rapporto inverso: tanto più c'è egoismo, tanto meno la compassione.  Questo lo dice in diversi passi, ma questa è una compassione così così, mentre la vera compassione è incompatibile con l'egoismo, è priva di qualsiasi forma di vantaggio egoistico, né materiale né psichico, né in questa vita né in una creduta successiva - ed è proprio questa, e solo questa, l'azione genuinamente morale.

Chi suppone soltanto l'esistenza dell'egoismo come tendenza di base dell'essere umano, come quel Cassina ecclesiatico per il quale l'unica forma di amore sarebbe l'amore di sé, non fa certamente fatica a capire la cattiveria, mentre la compassione è soltanto egoismo deviato - deviazione energicamente attuata dalla società in genere, e in particolare dalla religione mediante l'obbedienza fideistica a una divinità che comanda di comportarsi bene verso il prossimo, con premio eterno futuro se lo fai, e se invece non obbedisci sono fatti amari, amarissimi - il peggio del peggio, vedrai: l'inferno, anche se qui te la cavi e te la spassi.

Schopenhauer pensava che la tendenza a volere il bene dell'altro e farlo, soprattutto quando è in difficoltà, è connaturata all'essere umano. Non è una manifestazione nascosta, o una trasformazione, dell'egoismo. Questa tendenza, questo impulso che fa parte della nostra "natura", è il fondamento della morale.

(A. Schopenhauer, Il fondamento della morale)

P.S.  Dopo aver pubblicato, nel rileggere ho ricordato un momento dell'analisi di Schopenhauer che mi dice: no, non sono d'accordo sul fatto che non c'è cattiveria senza egoismo
Infatti, come la vera compassione è priva di vantaggi egoistici, anche la vera cattiveria non è vissuta ed agita per vantaggio personale: il bene ed il male assoluti, per Schopenhauer, l'essere umano li vive e li agisce gratuitamente.

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