domenica 11 agosto 2013

La lettera di Schopenhauer

"Il mondo come volontà e rappresentazione" finisce con queste considerazioni:

"... allora, invece dell'istinto e dell'attività incessante, invece del passaggio continuo dal desiderio al timore e dalla gioia al dolore, invece della speranza mai realizzata e che mai viene meno, e nella quale consiste il sogno della vita dell'uomo volente..."

dunque, invece dell'inquietudine, del disagio, del malessere che secondo Schopenhauer è inevitabile se ci si lascia andare alla Volontà di vivere

"... si manifestano a noi quella pace profonda, quell'incrollabile fiducia e serenità" di quegli uomini che hanno superato il mondo, nei quali la Volontà "... pervenuta alla piena autoconoscenza, ha ritrovato se stessa in ogni cosa e ha poi liberamente rinnegato se stessa..." - tranne che per la sopravvivenza corporea (Schopenhauer ha chiarito più volte nel corso dei suoi ragionamenti perché è assolutamente contrario al suicidio, che è piena affermazione della Volontà di vivere anziché sua negazione: questa sua posizione permette di capire meglio perché dovremmo affrancarci dall'adesione impulsiva alla Volontà di vivere, che ci porterebbe a tanti "suicidi" in vita)

"In questo modo, dunque, con la contemplazione della vita e della condotta dei santi, noi dobbiamo scacciare la sinistra impressione di quel nulla che si libra come ultima meta dietro ogni virtù e santità, e che noi temiamo come i bambini temono il buio..."

Schopenhauer, prima di chiudere la sua opera, ripete, nel caso non avessimo capito, quello che aveva già detto o lasciato intendere. Immagino una sua, di lettera.

Caro lettore, 
per caso tu ancora speri che, essendo diventato consapevole di te stesso e del mondo, avendo conosciuto intuitivamente la Volontà che in te e nel mondo si manifesta e tutto usa per mantenersi e perpetuarsi, avendo scelto la via della liberazione dall'essere inconsapevole strumento della Volontà, avendola radicalmente respinta in te stesso per non essere travolto prima o poi dal dolore, tu forse ancora speri che così sarai premiato con una eterna beatitudine? Allora ti ripeto: dietro l'angolo di ogni via virtuosa c'è il nulla - come dietro l'angolo di ogni via. Ecco perché ho tanto insistito nel cercare di farti togliere la connotazione negativa a questa "cosa" che dovrebbe essere impensabile e che invece noi pensiamo e ci affanniamo inutilmente a immaginare, il nulla.

Scusa, caro Schopenhauer, aspetta, un'ultima domanda: e l'estasi dei santi occidentali, il nirvana di quelli orientali? Non è quello il premio della massima autoconsapevolezza e liberazione dai condizionamenti della Volontà di vivere? E la pace di cui ognuno di noi gode nei momenti di incanto estetico, quando diventiamo puri osservatori della realtà, quando siamo solo conoscenza e non Volontà?

"... noi dobbiamo scacciare la sinistra impressione di quel nulla, che si libra come ultima meta dietro ad ogni virtù e santità, e che noi temiamo come i bambini temono il buio, anziché eluderlo come fanno gli Indiani, con miti e parole prive di significato, quali l'assorbimento nel Brahma, o nel Nirvana dei Buddhisti."


Va bene, abbiamo capito. Figuriamoci, allora, anche se non lo dici qui, cosa pensi dei "santi" cristiani, di cui hai apprezzato l'dentità di vita e di intenti con i "santi" orientali. I "santi" cristiani coltivavano l'idea di aver trovato non solo in questa vita, ma anche nell'eternità successiva, l'opposto del nulla, l'assoluto essere! Ma qui, la continua analogia che hai così ben illustrato tra i due mondi culturali, viene meno: evidenti ragioni di opportunità, o inconscia reminiscenza dei roghi e degli strumenti di tortura dell'Inquisizione?

Ed ora, di seguito, l'ultima frase de "Il mondo come volontà e rappresentazione" nella traduzione di Gian Carlo Giani - la maiuscola alla Volontà è mia.

"Noi, invece, dichiariamo liberamente che ciò che rimane dopo l'annullamento totale della Volontà è, invero, per tutti coloro che sono ancora pieni della Volontà, il nulla; ma anche, inversamente, per coloro in cui la Volontà si è rovesciata e negata, questo nostro mondo così reale, con tutti i suoi soli e le sue Vie Lattee, è esso stesso il nulla."

(A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione)

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