venerdì 23 agosto 2013

Boni se nasce, cattivi se diventa


Un detto romano che forse sarebbe piaciuto a Schopenhauer. Non si nasce con il peccato originale, non si nasce con l'istinto di morte, non si nasce cattivi, malati d'egoismo e peggio: si diventa, poi, cattivi. Tutti tutti diventano cattivi? Sempre? Non c'è nessuno che abbia la fortuna di trovarsi una madre sufficientemente madre, un padre sufficientemente padre, e così via per un po' fino a che poi, anche se si trova per la strada gli stronzi, sa d'istinto come evitarli senza farsi fregare, senza incattivirsi? Se boni se nasce, comunque, una qualche speranza in più, per chi lo pensa, c'è. Ci si può sempre salvare, qualcuno ce la fa, e poi, per chi si incattivisce un po' senza perdere le origini, resta il ricordo vivo dell'esser buono, che ha imparato a non esser fesso. Se uno viene da una sanità, può sempre guarire, eventualmente si ammalasse, tornare alla sanità.
Ma chi pensa che cattivi si nasce, ha una sola via: la repressione, la minaccia di castighi ora o nell'al di là, l'elettrochoc, la prigione di muri o di idee. Non ha una sanità a cui tornare, in caso di malattia, ha solo uno stato, costruito da preti psichiatri poliziotti, di minor malattia.
Il prete, lo psichiatra, il poliziotto, sono necessari sempre comunque dovunque ci sia l'uomo, sono l'antitodo inevitabile del veleno che prete, psichiatra e poliziotto teorizzano innato nell'homo sapiens?

2 commenti:

  1. MIO PADRE UNA VOLTA MI DISSE: FAI DEL BENE E SCORDATI, FAI DEL MALE E PENSACI.

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  2. Caro Luciano,
    i filosofi famosi come Schopenhauer dicono quello che persone normali capiscono senza finire nella storia, almeno non quella che si legge sui libri, ma che resta bene impressa nella memoria di chi li ha conosciuti e che, al momento giusto, hanno avuto modo di sentirgli dire quello che avevano capito - un sapere preziosissimo, facilmente nascosto dal frastuono della quotidianità di un rapporto come quello tra un figlio e un padre, soprattutto un padre che non vuole imporsi sul figlio. Fai del bene e dimenticalo, nel momento stesso in cui lo fai, mi sembra un modo molto efficace di dire quello che Schopenhauer intende per azione morale genuina: non la fai per ricordarla, raccontarla, presentare a qualcuno prima o poi il conto, nemmeno a te stesso - fai del bene e scordati, dimentica te stesso: anzi, solo se dimentichi te stesso fai del bene all'altro senza l'intenzione, in realtà, di fare del bene a te stesso.

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