sabato 25 maggio 2013

Quando la morte non esiste


Il modo di rapportarci al mondo che adottiamo nella vita quotidiana durante la veglia è caratterizzato dal presupposto
- che la realtà è formata di elementi separati, riconoscibili uno dall'altro;
- che noi stessi e la realtà siamo in movimento nello spazio e nel tempo;
- che possiamo misurare sia il tempo che lo spazio (secondo successioni che vanno da un lì-prima a un qui-mentre a un lì-dopo);
- che tra noi e il mondo c'è precisa distinzione;
- che, con velocità diverse, tutto passa;
- che per gli esseri viventi c'è una nascita, una vita e infine una morte.

Questo, più o meno di base, pensiamo di noi stessi e del mondo in cui viviamo; così lo conosciamo e ci conosciamo. E funziona.

Ma non è l'unico modo che abbiamo di rapportarci con il mondo: nei sogni, per esempio, mettiamo in atto altre modalità di essere e di conoscere. Usiamo un'altra logica, scrive Matte Blanco, in cui egli riconosce il regno della simmetria.
Il sogno non è alogico, privo di logica: è logico, ma di una logica diversa da quella con cui ci muoviamo nella nostra vita da svegli - una logica in cui regna la simmetria, la quale è però presente in gradi diversi anche nella nostra vita da svegli.
Infatti, secondo Matte Blanco avviene una interazione continua tra le due logiche, quella asimmetrica tipica della veglia e quella simmetrica tipica del sogno: la nostra vita psichica tutta, sia della veglia che del sonno, è una "cooperazione" tra i due modi di essere sentire vedere pensare la realtà: l'essere umano è "bilogico".

Le caratteristiche del nostro modo "altro" di rapportarci con la realtà, tipico del sogno ma non esclusivo del sognare, sono secondo Matte Blanco queste:
 - sentire conoscere ed essere sono la stessa cosa;
- non c'è distinzione tra sé e non sé;
- sono assenti le nozioni di spazio fisico o simbolico, tempo fisico o simbolico (movimento e avvenimento sono sconosciuti);
- non esiste morte.

(I. Matte Blanco, L'inconscio come insiemi infiniti, Einaudi 2000, pp 385-394)

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