lunedì 29 aprile 2013

Plenitud


"Mentre la scienza, seguendo la corrente incessante e instabile delle cause e degli effetti, ad ogni meta raggiunta è continuamente sollecitata oltre e non può mai raggiungere la meta ultima e un completo appagamento, l'arte, al contrario, giunge sempre alla meta, poiché strappa l'oggetto della sua contemplazione dalla corrente del corso del mondo e lo ha, isolato, davanti a sé, e questa cosa singola, che in quella corrente era una minima particella, diventa per lei una rappresentazione del tutto, un equivalente dell'infinita pluralità nello spazio e nel tempo." (p 211)

(A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, N.C. 2011)


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