lunedì 29 aprile 2013

Il contrario della contemplazione


"L'uomo comune è incapace di una durevole considerazione pienamente disinteressata in ogni senso, che costituisce la contemplazione, egli può rivolgere la sua attenzione alle cose solo in quanto esse abbiano una qualche relazione con la sua volontà, poiché sotto questo aspetto, che richiede sempre e soltanto la conoscenza delle relazioni, il concetto astratto è sufficiente e anche più utile. L'uomo comune non rimane a lungo nella mera intuizione, non fissa a lungo il suo sguardo su un oggetto, ma in tutto ciò che gli si presenta cerca rapidamente il concetto sotto cui sia da riportare, così come il pigro cerca la sedia e non s'interessa poi di nient'altro; perciò, così rapidamente, egli viene a capo di ogni cosa, di opere d'arte, di begli oggetti naturali, e dello spettacolo sempre e dovunque significativo della vita in tutte le sue scene. Egli non si arresta, ma cerca solamente la propria strada nella vita ed eventualmente anche tutto ciò che una volta o l'altra potrebbe diventare la propria strada, quindi notizie topografiche nel senso più ampio; per l'osservazione della vita stessa in quanto tale, non perde tempo. L'uomo di genio, all'opposto, la cui forza conoscitiva in virtù della sua eccedenza si sottrae al servizio della volontà per parte del suo tempo, si ferma a considerare la vita stessa, si sforza di cogliere la natura di ogni cosa, non le relazioni di questa con altre cose, trascura frequentemente di considerare la propria strada nella vita, percorrendola il più delle volte in modo maldestro. Mentre per l'uomo comune la facoltà conoscitiva è la lanterna che illumina la sua strada, per l'uomo di genio essa è il sole che rivela il mondo. Questo modo così diverso di guardare dentro la vita diventa visibile nell'aspetto esteriore: lo sguardo dell'uomo il cui genio vive ed opera è vivace e fermo al tempo stesso, reca il carattere della serenità, della contemplazione; nello sguardo degli altri, invece, quando esso non sia ottuso o freddo, come il più delle volte, è facilmente osservabile il vero contrario della contemplazione: lo spiare." (p 214)

(A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, N.C. 2011)


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